ART BRUT
La pittura di Maria Callegaro Perozzo e l’arte contemporanea
Mai toccato un pennello fino a settantasette anni, Maria Callegaro Perozzo, casalinga e sarta, viene introdotta alla pittura dal divieto di uno psicoanalista, non guardare il cielo, e da un invito, rendere
l’altro partecipe delle sue visioni, disegnandole. Inizia così una rutilante e proliferativa attività che la
porta a produrre oltre quattrocento opere in dieci anni. Esordiente, classificabile come visionaria medianica, contribuisce a riformulare l’accezione di arte irregolare od outsider, affiancata qui dalle collezioni Sospiro e Alain Bouillet. Doppiamente monografico, l’evento “Longevi Visionari” – arte
irregolare e produzioni ultime o penultime della senilità (de Kooning, Dubuffet, Nigro, Treccani, Pericoli, Morbelli, Tosi, Meloni) – contribuisce a smontare e smentire questi (e altri) registri categoriali. Esempio minimo di multiforme eterogeneità della rappresentazione, di contro al pregiudizio di un uniformante decadimento cognitivo.
Fondative in quanto lascito decisivo per tutti noi impegnati a raccogliere il corpo dell’opera e i flussi di lavoro culturale. Se l’artista brut anziano partecipa di questa sovversione non c’è più né art brut né senilità: c’è arte e opera d’artista. Il passaggio è riuscito.
La senescenza inizia a trentacinque anni.
Lo sostengono Cicerone, Dante, Svevo e le moderne neuroscienze.
Dimensione dell’esistenza che si protrae, dunque, per oltre due terzi della vita e riguarda, in modo differenziato, gran parte della popolazione.
Attraversare la dimensione “vecchiaia” decostruendola, scomponendola nelle sue unità elementari e
scoprendo l’inganno e i rischi delle classificazioni (vecchio, adolescente, Art Brut o Irregolare,
malato psichico nelle sue varie diagnosi categoriali): Questo l’intento della mostra Longevi Visionari.